sabato 26 luglio 2025

Gaza brucia, Meloni brilla.

Meloni, donna, madre devota e cristiana praticante, piange per sua figlia, ma quando si tratta dei figli degli altri, per intenderci, quelli sotto le bombe, bruciati vivi, o tra le macerie, sepolti nei sacchi bianchi a Gaza, le sue lacrime sono evaporate.. dal protocollo USA. O no? E così, mentre Macron prende una posizione, anche se magari tardiva, oppure calcolata (lo deciderà a settembre!), l’Italia sfodera il rossetto buono per il photoshoot e premia l’obbedienza con una copertina patinata, nientepopodimeno quella di Time, che la incorona "donna dell’anno". Mah, forse per la sua (in)coerenza, tuttavia non ha mai riconosciuto nulla che non fosse made in USA. O no? La montagna di teschi dietro la sua gloria brilla appena sotto il trucco, e lei fissa l'obiettivo con eleganza: le bombe? Le ruspe? I bambini amputati? No, non disturbano il set, semmai disturberebbero i titoli di testa, la carriera, la postura. 'Cristiana'? Solo se la croce non è palestinese. 'Madre'? Solo se la figlia è sua. 'Donna'? Sì, ma sotto copyright statunitense: e quando un giorno la storia busserà alla porta chiedendo conto del suo silenzio, Meloni mostrerà la copertina di Time. Non è un riconoscimento, ma che dire? Be', almeno è una scusa (in)elegante. A prescindere.

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