mercoledì 29 ottobre 2025
Addio alla M.E.M., il cuore tecnico della Valle del secchia
A Roteglia abbassa la serranda la MEM, il magazzino che aveva tutto — ma proprio tutto — per far girare le mani e le macchine di mezzo Appennino.
Non era una semplice ferramenta: era il punto di rifornimento per chi lavora davvero.
Ceramiche, contadini, movimento terra, falegnami, elettricisti, meccanici… tutti prima o poi passavano di lì.
Motivo ufficiale? Questioni interne e scelte aziendali, che è giusto restino riservate.
Motivo reale? In Italia tenere aperta un’attività che serve la produzione costa più che chiuderla.
E così, nel silenzio, si spegne un centro che teneva in piedi l’economia reale — quella fatta di bulloni, sudore e dignità.
Al suo posto, forse, arriverà l’ennesimo e-commerce “Prime”, con consegne in due ore e viti prodotte da chi non sa nemmeno a cosa servano.
Addio, MEM: avevi tutto, anche l’anima del lavoro.
Solo che, in questo Paese, l’anima non è più nel listino prezzi.
E per chi ci lavorava, come mio fratello, a quarantasette anni suonati, la chiusura non è solo una notizia: è una porta che si chiude su un mestiere, su una competenza che nessuno vuole più pagare, ma di cui tutti, un giorno, sentiranno la mancanza.
Perché senza chi sa aggiustare, prima o poi, si rompe tutto. Anche il Paese.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)

Nessun commento:
Posta un commento