martedì 14 ottobre 2025
La memoria a dose controllata
Oggi tutta l'opposizione e i suoi accoliti indignati per la Ministra delle pari opportunità, Roccella: dalla Senatrice a vita Liliana Segre difende le “gite della memoria”, alla Schlein che invoca la “dignità della storia”; e il coro si alza compatto contro il revisionismo. Ok, ebbravi, applausi...epperò peccato che gli stessi indignati, appena ieri si schierarono con le misure restrittive e la campagna vaccinale, posizione che molti (tra cui il sottoscritto!) percepirono come discriminatoria, oppure famosi influencer marcassero i tavolini dei bar come i recinti di un lager sanitario: “riservato ai purificati”. Peccato che chi oggi piange la discriminazione di ieri, ieri discriminava con passione civile, sventolando un QR code come fosse un lasciapassare per la moralità.
La memoria, in Italia, funziona come il vaccino: serve una dose ogni tanto, giusto per sentirsi migliori.
E guai a chi rifiuta la somministrazione: diventa subito un sorcio- negazionista, un appestato, un ebreo dell’igiene pubblica. O no?
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