venerdì 24 maggio 2024
Era davvero un antidoto sperimentale
Se fossi in Speranza l'imbarazzo di promuovere un libro di memorie, scritto proprio durante il lockdown (quindi mentre morivano le persone), e nel frattempo di ammettere candidamente, proprio davanti al tribunale dei ministri, che sapeva fin da subito che il 20% degli inoculati aveva degli effetti collaterali molto gravi (e, in alcuni casi la morte come quella della povera Camilla Canepa), credo che tutto questo perlomeno mi perseguiterebbe per il resto dei miei giorni. E non mi si dica che Roberto Speranza non scrive per vincere il Nobel, poiché abbiamo l'esempio di zio Winston (Churchill), il quale ricevette il Premio Nobel per la Letteratura nel 1953 "per la sua padronanza della descrizione storica e biografica e per la brillante oratoria in difesa dei valori umani". Un ex ministro della Repubblica, quando scriveva il libro, avrebbe dovuto avere Churchill come modello e non Bruno Vespa! O no?
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