lunedì 6 marzo 2023

Ferrari, ovvero cambiare tutto per non cambiare niente

Tutti sappiamo che la Ferrari ha maggiori introiti e strumenti, se non alla pari, superiori agli altri team. Infatti l'anno scorso, proprio a Sakir, dopo molti anni, la Ferrari di Binotto fece una doppietta e la Red Bull rimase a bocca sciutta. Poi, durante l'anno, i ruoli si ribaltarono, 'grazie' soprattutto ad un paio di errori madornali al muretto del cavallino rampante e, forse, una gestione sportiva, ammettiamolo, non proprio ad alti livelli: ma lì ci vuole esperienza sul campo, o no? E poi, se non ricordo male, anche Jean Todt (allora già esperto come direttore tecnico-sportivo, anche se nei rally) , in tempi non sospetti, per quattro anni fece degli errori madornali e, quel che è peggio, con un certo Schumacher (anche se, a differenza di Carletto Leclerc, il teutonico era entrato in Ferrari già come campione del mondo!) prima di centrare la coppa del mondo, o no? E gli Agnelli misero mani al portafogli, assumendo oltreché un campione del mondo, Ross Brown, praticamente un genio! Insomma, nel regno della velocità per eccellenza, secondo la mia modesta opinione, bisognava lasciare lavorare il Faraone-Binotto e, spiace, ma il suo sostituto, tal Fred Vasseur , è la riprova, ancora una volta, che manca il 'capitale umano', è inutile girarci attorno: è di solare evidenza. E cosa ti resta? Se non continuare a perdere oltreché un immenso spreco di denaro e di talenti? Caro John Elkann (zioprete!) con 16 società offshore (tutte legali, per carità!), cosa ti costa assumere un altro Adrian Martin Newey? Perché, delle due, l'una: o sei una resca, oppure hai dei cattivi consiglieri! Finita lì.

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