martedì 6 dicembre 2022
Ci avìmme prùvàt
Chiedo scusa fin d'ora se magari uno potrebbe offendersi, ma il principio è che tu, una volta che mi vedi tal Burioni, colui il quale nonostante non sia riuscito a superare un concorso pubblico con appena 9 partecipanti complessivi, lui stesso incluso nell'ateneo di Camerino mica ad Harvard, bocciato persino all'università La Sapienza di Roma e a quella di Catanzaro...eppure continua a pontificare su una tivù di Stato, diventi automaticamente deficiente. No, come quella volta che cominciavi a cantare sui balconi, applaudivi le ambulanze, diventavi bimbo del premier avvocato meridionale (dal curricula farlocco), devoto di padre Pio, tal Conte. Davvero, è un po' come un rito collettivo, ma che però abbassa il quoziente intellettivo, insomma conforta, come un bagnetto caldo. Diventare deficienti tutti assieme è liberatorio, alla portata di tutti, ci si sente parte dell'èlite, accettati in quanto pari, membri della medesima corporazione. Signori miei, diciamocelo: il vero miracolo della vita è che dalla somma di tanti deficienti ne esca alla fin fine qualcosa di accettabile, tutto sommato, o no? No,eh? Va buò, ci avimme pruvàt...
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