domenica 23 novembre 2025

C’è chi parla di “famiglia alternativa”...

...di ritorno alla natura. addirittura di libertà! Sic! Poi scopri che per “natura” intendono un secchio pieno di merda da compostare nel bosco e per "libertà" una casa senza acqua, senza luce e senza muri sicuri! Ma il problema, dicono, è lo 'Stato cattivo' che osa disturbare tanta felicità... 'compostata'! È la solita favola italiana: quando c’è miseria, la si chiama "stile di vita", quando quando c’è incuria, diventa "scelta consapevole", infine quando interviene un giudice, allora sì, tutti a difendere la "famiglia tradizionale e felice del bosco". Signori miei, in verità in verità vi dico che, ahimé la storia è più semplice e molto meno poetica, ergo del resto, ammettiamolo: chi di noi farebbe vivere i propri figli piccoli in condizioni che non augureremmo neppure a un cane randagio? E che mentre i cinni giocavano tra mosche e secchi pieni di merda, papà e mamma filosofeggiavano sulla 'purezza della vita selvaggia'! Ma, vedete, noi italiani abbiamo un talento speciale: riusciamo a trasformare una (passatemi il termine) 'tragedia igienica' in un dibattito morale, un compost toilet in un eremo spirituale e un rudere (pericolante: il certificato di idoneità statica, è di lunedì scorso!) un manifesto contro il "sistema". Peccato che sempre il "sistema", alla fine, abbia salvato solo i bambini, poiché del resto, tra vivere "liberi" in una latrina ecologica e sedersi su un cesso vero, la scelta, in pratica l’hanno fatta loro. O no?

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