Non vi sarebbe null'altro da commentare. Se non registrare e denunciare pubblicamente i modi e i termini tipicamente fascisti di chi - formalmente - si richiama all'antifascismo. Una schedatura ignobile, vere e proprie liste di proscrizione sedicenti 'antifasciste' (delle quali è stato oggetto ripetutamente anche il giornalista de La Pressa Gianni Galeotti, reo di aver partecipato ad un incontro alla Terra dei Padri insieme a un sacerdote e addirittura al presidente di Porta aperta). Nomi e foto per marchiare professionisti e imprenditori che semplicemente hanno messo piede per un incontro plurale in un circolo culturale di destra (già oggetto di un attentato incendiario). E non vi è da aggiungere altro.
Non serve aggiungere come in quella sede (la diretta di ieri è visibile su Facebook) il direttore de La Pressa avesse preso posizione in modo netto contro il richiamarsi al Ventennio, avesse sottolineato che l'eredità peggiore del Fascismo fosse il neo-Fascismo e fosse stato presentato (a torto o a ragione) come 'giornalista di sinistra'. Non serve sottolineare come Cinzia Franchini fosse presente in platea per ascoltare un dibattito a più voci, come tante volte ha fatto sia in veste pubblica che privata. Non serve neppure ricordare il pluralismo di opinioni ospitate da sempre sul quotidiano La Pressa. Non serve aggiungere nulla, perchè suonerebbe come una giustificazione.
E a Modena, come in ogni città libera e liberata, non devono servire giustificazioni per esprimere le proprie idee in modo pacifico, in qualsiasi contesto legale questo accada. E chi non consente questo rappresenta un pericolo e una minaccia. Indipendentemente dal colore apparente della maglietta o della sciarpa che indossa.( Giuseppe Leonelli, Direttore de La Pressa modenese)
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