martedì 29 gennaio 2013

Repulisti storico

Berlusconi: " A parte le leggi razziali, Mussolini fece anche cose buone" (Corriere della sera 27/01/2013)

«
 Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l'arco di Tito? Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento ad oggi. »
(Benito Mussolini, discorso alla Camera, 3 gennaio 1925)


http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/07/delitto-matteotti-cosi-mussolini-finanzio-la-vedova.html
"Rispettivamente in data 5 giugno e 8 luglio 1936, Mussolini telegrafò a Graziani, dal Ministero delle Colonie, i seguenti ordini: "Tutti i ribelli fatti prigionieri devono essere passati per le armi" e "Autorizzo ancora una volta V.E. a iniziare e condurre sistematicamente politica del terrore et dello sterminio contro i ribelli et le popolazioni complici stop. Senza la legge del taglione ad decuplo non si sana la piaga in tempo utile. Attendo conferma"http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/07/delitto-matteotti-cosi-mussolini-finanzio-la-vedova.htmlhttp://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/07/delitto-matteotti-cosi-mussolini-finanzio-la-vedova.html

Mussolini, il fascismo tranne le leggi razziali (dice il banana) è stato buona cosa...sic! AAAAhttp://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/07/delitto-matteotti-cosi-mussolini-finanzio-la-vedova.htmlhttp://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/07/delitto-matteotti-cosi-mussolini-finanzio-la-vedova.html

8 commenti:

  1. discreta intuizione associare il berlusca al duce

    RispondiElimina
  2. comunque anche il duce da solo (senza qualche banca dalla sua non avrebbe fatto una minchia ricordiamocelo sempre tutti quanti)

    ma nel 1994 un giovane studente di storia si accorse della perversione della televisione e


    I CLUBS

    FORZA ITALIA!


    INDICE


    Premessa...............

    I soci.....................

    L’Appello.............

    Lo Statuto............


    Premessa

    La mia ricerca si è basata principalmente su fonti orali raccolte disordinatamente per strada, in tv e all’interno dei clubs stessi per mezzo di semplici interviste. Altre fonti di notevole rilievo sono state la “bibbia” dei “forzitaliotti”: l’Appello diffuso dall’ Associazione alla ricerca del Buongoverno scritto dal prof. Giuliano Urbani della Bocconi e lo Statuto dei clubs.
    Inizialmente lo scopo di questa mia ricerca sarebbe stato quello di scoprire le cause che hanno spinto gli attuali soci ad aderire ad una simile iniziativa, poiché in me era forte la domanda: perché?
    Perché tanto successo per niente di nuovo?
    Perché tanta gente che non si è mai interessata di politica cade in un simile vortice?
    Ricordo una mia amica, un’atleta che si allenava con me, carina, aveva partecipato anche a diversi concorsi di bellezza ed ebbe anche il titolo di Miss Linea Sprint, partecipò ad alcune trasmissioni televisive e ancor oggi credo che lo faccia.
    Ora è presidente di un club forza italia.
    Un giorno, poco prima di partecipare a questo seminario, ebbi modo di parlare con un gruppo composto di ex atleti e dirigenti del nostro vecchio entourage sportivo e tutti ci chiedemmo: “cazzo ci sta a dire?”
    Ho detto che inizialmente il mio scopo era soltanto quello di interessarmi dei soci senza dare un’interpretazione personale delle loro idee. Oggi, dopo aver parlato con loro e soprattutto aver letto le loro “sacre scritture”, non posso far a meno di intervenire direttamente dal mio punto di vista leggendo tra le righe di quei testi.
    Vorrei chiarire che non avrei voluto dare una lettura politica di forza italia e lasciare all’immaginazione del lettore una sua personale interpretazione, ma non ho saputo resistere alla tentazione di esprimere apertamente il mio dissenso a certi caratteri della linea berlusconiana che ricordano troppo spesso altre linee che nel passato hanno caratterizzato un epoca in tutto il mondo.
    Noi italiani, del nord, figli della resistenza, dell’antifascismo, abbiamo dato vita e spazio ad un movimento che rievoca in molti aspetti il grande nemico della libertà: il Fascismo.
    ...” “...

    RispondiElimina
  3. SOCI

    Tutti hanno pensato di iscriversi senza fare politica, ma di partecipare ad un movimento culturale nuovo per discutere di come risolvere i problemi economici e politici della nazione, e di se stessi. Molte di queste persone in effetti non si interessano tuttora di politica, per loro, pur essendo iscritti, non si fa parte di un partito ma di un movimento culturale, anzi, a sentir parlare di partito fa venir loro il mal di pancia.
    La diffusione tra gli attuali soci dell’idea di iscriversi è avvenuta per curiosità e per “contatto”.
    La curiosità è avvenuta principalmente dai primi cartelloni, dai primi spot televisivi e dal sogno di imparare a diventare come Berlusconi, di conoscere la sua visione delle cose per diventare come lui. Non a caso l’idea ha preso piede principalmente tra piccoli imprenditori e liberi professionisti. Da notare come abbiano da prima aderito le donne, casalinghe e abituèes di Buon Pomeriggio, ed in seguito abbiano diffuso l’idea anche ai loro mariti, di qui in poi si è diffusa l’adesione per contatto: io dico al mio amico di venire, che lo dice alla zia, che lo dice a suo cugino, che lo dice a ecc. ecc. l’importante è far capire a tutti che non si tratta di partecipare ad assemblee di partito ma ad un club, dare cioè l’idea di partecipare ad iniziative culturali elitarie.
    La gran parte della base del movimento Forza Italia! È composta da persone di quel tipo, che non si sono mai interessate di politica e hanno sempre avuto il mito del “self-made man” e del denaro, quelle persone cioè derivate direttamente da quei movimenti zanarotti filofascisti dei primi anni 80 in cui andavo ancora a scuola, oggi, moderati nelle idee politiche dal lavoro e magari anche dal peso della famiglia sulle spalle, sono confluiti tutti quanti ad un’idea politica di centrodestra, nemica dello stato assistenziale e fiduciosa del regime meritocratico.
    I seguaci della “nuova politica” sono tutti fermamente convinti dell’evoluzione che porterà il totale liberismo economico, cioè un mercato che si autoregoli e la privatizzazione di vari apparati che ora sono in mano allo Stato.

    RispondiElimina
  4. Da quello che ho potuto sondare parlando con alcuni candidati di Bologna ho capito che per loro il problema della politica sociale non si pone. La loro visione della politica è di tipo repubblicano USA e questo me lo hanno confermato alcuni di essi senza alcuna vergogna, dicendomi che la loro politica si ispira a quella reaganiana.
    Gli Stati Uniti però, di cui noi siamo un riflesso sfasato in ritardo, hanno avuto in questi ultimi 2 anni un cambiamento di tendenza dovuto soprattutto al dramma dei 16 milioni di barboni che si suppone si annidino nei ghetti, nelle cantine e sotto i ponti delle grandi “necropoli” americane. Alla domanda:- non pensa che così facendo si arrivi a una situazione di tipo americano? Essi hanno semplicemente risposto dicendo che qui non siamo in America.
    Qui certo non si avranno mai 16 milioni di barboni ma solo perché 16 milioni su una popolazione di 250 è il 6,5%; in Italia su una popolazione di 65 milioni ne salterebbero fuori in 20 anni (poiché 20 anni circa sono passati dalla guerra del Vietnam all’ultimo governo Reagan e Bush ed hanno coinciso col grande incremento di barboni) al massimo 3,5 milioni. Non siamo in America inoltre perché in 50 anni di “malgoverno” sono sempre esistite in Italia delle forze che hanno salvaguardato gli interessi dei più deboli, ed anche all’interno degli stessi vecchi partiti di governo c’erano queste forze, e benché io non riponga molta fiducia negli ideali e nel modo di fare politica dei cattolici, assicuro che esiste più che nei liberali o nei “fascisti”, la propensione al livellamento.
    Per questi di Forza Italia! il livellamento si ottiene, come già accennato, solo mediante il liberismo economico, secondo la “base” dei clubs la molla che farebbe scattare l’economia italiana sarebbe il disinteresse dello Stato nell’economia, nelle imprese, nei monopoli, l’abbassamento delle imposte dirette, le privatizzazioni. Con questo sistema ipotizzato dei padri di Forza Italia!, si otterrebbe un sistema economico autoregolato dal regime di concorrenza in cui tutti i cittadini diverrebbero azionisti e ci sarebbe uno sgravio fiscale con cui i proprietari delle imprese potrebbero assumere più dipendenti spendendo per essi lo stesso danaro che per quelli di oggi.
    Io non sono un esperto di economia e spesso mi sono trovato in difficoltà a comprendere certe questioni, però ho notato che anche i candidati con cui ho avuto modo di parlare non erano molto più ferrati di me sulle stesse questioni di cui parlavano, con l’unica differenza che io non mi sono candidato per il parlamento, loro si. Io con la mia impreparazione non rischio di dare un suggerimento sbagliato allo sviluppo dello Stato, loro si. È questo l’aspetto più agghiacciante del nuovo partito di governo, nel quale si idealizza una politica fatta direttamente dai cittadini (quei cittadini) che però spesso non sono all’altezza. Gente che ha sempre pensato ai fatti proprii, ha sempre pensato ai proprii interessi, come può fare quelli della collettività. Si sa l’egoismo non è vivere come ci pare ma costringere gli altri a farlo. Mi immagino a questo punto questi nuovi deputati a discutere in parlamento di questioni internazionali o di privatizzare, per esempio, l’IMPS, parlare di bilancia dei pagamenti, di disavanzo o di un possibile intervento in Bosnia o in Rwanda. Una schiera di avvocati, medici, ingegneri o peggio di commercialisti o di notai o di presentatori di spettacoli televisivi (come per esempio il candidato più forte della provincia di Bologna alle europee).
    No ragazzi, non siamo al bar dello sport a parlare del bologna o del milan. Ricordiamocelo!

    RispondiElimina
  5. L’APPELLO

    Come accennato in prefazione, l’elemento di ricerca fondamentale che contiene tutte le risposte alle mie domande tra le sue righe, “l’Appello per la costruzione di un’Italia vincente” del prof. Giuliano Urbani dell’Università Bocconi di Milano ha svolto un ruolo fondamentale. In esso si trovano le linee fondamentali pure del pensiero di Forza Italia! poiché può essere considerato la Bibbia dei soci nonché il Corano dell’Associazione “Alla ricerca del Buongoverno” madre del neonato movimento Forza Italia!.
    Quel libello si articola in dieci punti che riprendono e rivedono da prospettive diverse le stesse idee guida: quelle del liberismo economico, quella dell’unità e identità nazionale e l’importanza della “familia” e dei giovani. Per il commento di questo volumetto partirei proprio dalle prime pagine e dalla copertina innanzitutto; azzurra, molto austera ma dall’aria familiare con i caratteri del titolo che ricordano la pubblicità della pasta Barilla al di sotto del quale, in posizione importante al centro della pagina il luogo di edizione che non può essere altro che Milano , tanto per marcare il fatto chela nuova politica avrà come centro di irradiazione il capoluogo lombardo ed è quindi inutile (forse anche un po’ azzardato) dire adesso che il sud nei prossimi anni avrà sempre meno importanza.
    L’indice ha in rilievo i numeri dei 10 punti che si intende trattare in maniera evocativa, quasi ricordare i 10 comandamenti di Dio, quasi a ricordare ai cattolici che non hanno più un partito a cui fare riferimento la presenza di questo nuovo schieramento o nuova possibilità. Quasi a far capire in maniera perentoria che dopo il 28 marzo si dovrà parlare dei “10 comandamenti di Berlusconi”.
    I titoli dei “10 punti di Berlusconi” evocano invece un altro leader spirituale meno bilico e più vicino a noi come luogo e data di esercizio: il Duce.

    1- UN PATTO DI CITTADINANZA
    2- I PERICOLI DA FRONTEGGIARE
    3- L’IDENTITA’ NAZIONALE DA RISCOPRIRE
    4- UBA NUOVA ETICA PUBBLICA UNA DIVERSA CULTURA POLITICA
    5- UNA CULTURA ECONOMICA PER LO SVILUPPO
    6- UNA CONVIVENZA SOCIALE Più COSTRUTTIVA
    7- GLI INVESTIMENTI PER IL FUTURO
    8- IL RUOLO DELL’ITALIA NEL MONDO
    9- LE CONDIZIONI-BASE PER UN’ITALIA MODERNA
    10- L’APPELLO AI CITTADINI

    RispondiElimina
  6. Come anticipato prima dell’elencazione dei titoli si notano, anche senza leggere il testo, le premesse di quegli aspetti messi in risalto soprattutto dal Mosse nel libro “la nazionalizzazione della masse” che hanno caratterizzato le ideologie e i fogli di propaganda fascista, soprattutto per quel che si riferisce ai punti 2, 3, 6.
    Dico questo non per voler demonizzare, come ha fatto la sinistra in tempo di campagna elettorale, il gruppo Forza Italia!, ma perché passi come:

    nei confronti di coloro che negano la realtà della nazione italiana, affermiamo che questo è un profondo errore. La nazione italiana non nasce con la creazione dello Stato unitario: la coscienza nazionale italiana è antica, ben più antica di quelle nazioni come la Francia o l’Inghilterra. Il fatto che per secoli nazionalità e Stato non siano riusciti a coincidere è frutto della casualità della storia, non una dimostrazione dell’inesistenza della nazionalità italiana.
    Costoro dovrebbero riflettere sul fatto che mai come in questi tempi gli italiani si sono identificati nelle istituzioni che sono il simbolo stesso della coscienza nazionale: la magistratura, le forze armate, le forza di polizia. Ciò significa una cosa sola: gli itlaliani sanno che ciò che li unisce è di gran lunga più importante di quel che può dividerli.
    ....le privatizzazioni possono infatti permettere di moltiplicare il numero dei cittadini che detengono azioni. Si tratta di un passo decisivo verso il traguardo da porsi: quello di una società che non sia divisa tra chi possiede e chi non possiede, ma siano tutti proprietari.
    È nella famiglie che la solidarietà si realizza in misura di gran lunga superiore, quantitativamente e soprattutto qualitativamente. Questo ruolo delle famiglie costituisce un vero e proprio capitale di cui l’Italia è dotata, molto più della maggior parte degli altri Paesi. Bisogna a tutti i costi evitare che questa “società naturale”venga drasticamente demolita da politiche di assistenza che riducono il senso di responsabilità che gli individui sentono nei confronti dei propri famigliari.
    ...ciò deve valere non soltanto per le politiche assistenziali in senso stretto, ma per tutte le politiche sociali.
    Tra queste un ruolo primario dovrà verosimilmente essere dato ad una politicha che favorisca il crescere del tasso di natalità, oggi sceso a livelli preoccupanti sia comparativamente che in assoluto.

    RispondiElimina
  7. Nei grandi cambiamenti sono sempre impliciti pericoli. E tanto più grandi sono i cambiamenti, tanto più grandi sono i pericoli.
    Il primo pericolo è quello del non-governo, come conseguenza del possibile vuoto di potere che potrebbe scaturire dalla attuale tendenza alla continua ed eccessiva frammentazione tanto dei partiti e dei movimenti politici quanto dei mille particolarismi di ogni tipo.
    Il secondo pericolo è quello della balcanizzazione territoriale, per effetto delle profonde diversificazioni (sociali economiche elettorali) che stanno a poco a poco delimitando le regioni settentrionali al resto del paese.
    Il quarto pericolo è quello dell’Aventino etico-politico e nella diserzione civile, che potrebbe indurre troppi cittadini – specialmente all’interno dei ceti medi e delle professioni liberali – ad estraniarsi dalla politica, senza dare il proprio indispensabile contributo alla rifondazione del Paese. Ed è forse inutile ricordare come l’avvento di tutte le “soluzioni” autoritarie sia sempre stato favorito, spesso in modo decisivo, dalle scelte di “non partecipazione”delle parti più sane di un Paese.
    Il quinto pericolo è quello del trasformismo, con partiti che si spacciano per “nuovi” avendo in realtà nuovo soltanto il nome, mantre conservano la gran parte delgi uomini, delle idee e dei comportamenti del passato con tutte le loro responsabilità.
    Il sesto pericolo è quello della sopravvivenza culturale e, oggi, addirittura della egemonia politica di una tradizione di pensiero che ha avuto per decenni e fino a pochissimo tempo fa come proprio modello il socialismo reale, in tutte le sue perverse applicazioni: dall’economia alla cultura, dalla politica al diritto. Dopo che la storia ha impietosamente fatto giustizia delle menzogne e dei velleitarismi contenuti in questa ideologia, sarebbe una beffa davvero amara per il nostro paese quella di diventare l’unico sistema politico dell’Occidente a cadere vittima di un simile, grottesco revival.

    RispondiElimina
  8. Non ha bisogno di commento, anche mia nonna che ha studiato il fascismo sulle sue spalle ha notato questi aspetti dicendo:-“ Questo qui è peggio del Duce!”-
    E come il Duce, Berlusconi è un esperto, con l’aiuto dei suoi tecnici e dirigenti, di comunicazione di massa, e se molti dicono che il fascismo non potrà più esistere perché siamo troppo evoluti e non possiamo ricadere negli errori del passato, con uccisioni di avversari politici, stragi e manipolazioni elettorali, è anche vero che Lui ora, essendo a capo del Governo, ha il controllo totale dell’informazione e della cultura televisiva, non dimentichiamo quel che diceva Hitler nelle sue “Conversazioni segrete” a proposito dei popoli sottomessi, ai quali deve venire somministrata giornalmente una cospicua dose di musica leggera e di “letture da spiaggia”, la televisione invece non era ancora molto diffusa, se no avrebbe optato per una programmazione molto intensa di karaoke, beautiful, scherzi a parte e, per far presa sui giovani molto calcio e ovviamente Non è la Rai.

    RispondiElimina