giovedì 18 luglio 2024

Così l'amore di vivere ha lasciato spazio alla paura di vivere

Il vignettaro sessantenna ha vissuto nell'Italia migliore, quella degli anni 60/70, del bum economico, della Dolce Vita, insomma eravamo il Belpaese, ergo eravamo davvero felici. Poi improvvisamente /chissà perché?) le stragi di Stato, l'assassinio di Aldo Moro (chissà perché?): e lì, proprio da quel momento, abbiamo perso il sorriso. Insomma, signori miei, la fine dello scorso secolo è stata l’epoca d’oro, ergo eravamo davvero devoti alla dea Ragione e i media, fateci caso, ci aiutavano almeno a toccare con mano la Verità: ah, mi ricordo le grandi inchieste sui quotidiani che tiravano centinaia di miglia di copie ogni dì, il Corsera e la Stampa da una parte, dall'altra La Repubblica, l'Unità... E il ricordo di grandi giornalisti, uno su tutti Enzo Biagi, e poi l'Indro Montanelli...davvero, fu un momento di gioia piena, orgogliosa, trionfante! Poi, a poco a poco, e mentre politicanti corrotti, con la complicità di pennivendoli del ciufolo e, negli ultimi anni a questa parte degli ‘illuminati’ e 'luminari' cialtroni,con i loro zum-zum delle filarmoniche echeggiavano ancora nel cielo, ma senza Dio, la delusione cominciò a minare quel terreno in apparenza così solido e la delusione aprì una autostrada alla paura, sic! E quello che in principio sembrava l’aurora di una vita nuova e lucidissima, la presa di coscienza che la prima massima del diritto naturale, ovvero di vivere e l'amore verso il prossimo, ha lascito il passo alla paura di vivere, appunto, che non è vita, unito al segno del corri-corri generale anzi, più un mordi-e-fuggi. E così l'amore arranca-arranca, e se l'amore arranca, la civiltà occidentale è, nostro malgrado arrivata su un binario morto, a prescindere. O no?

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