Quell’epoca, fatta di dogane e di timbri sul passaporto, la frontiera rappresentava uno stimolo per viaggiare, per incontrare altre culture e altri popoli, per conoscere. Oggi, nell’Europa senza frontiere, della moneta unica e delle regole uguali per tutti, il ricordo della Prima Guerra Mondiale è ignorato dai cittadini e strumentalizzato dai singoli Paesi. Le persone non si conoscono più, non ci sono più differenze e le decisioni politiche, sono sempre più lontane dalla realtà delle cose. Oggi viviamo uno stato di totale assenza della politica verso l’Europa. Devo confessare che ho un po’ di paura per cosa sta per succedere: infatti i nostri politici non sembrano molto diversi da quelli di allora.(Paolo Rumiz, fonte Repubblica)
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