venerdì 5 febbraio 2021
Conte o Draghi, non importa...
Non ho tutte queste frequentazioni che c'ha Draghi,cioè nel circuito dell’alta finanza mondiale, in linea di massima.
Ma dicevo: non è una cosa personale e credo, anzi, che sia uno dei migliori in assoluto a fare il suo lavoro.
E il suo lavoro è fare il tecnocrate. Punto
Cioè: è un economista molto preparato che, di base, è vicino a ogni “potere forte” (qualunque cosa significhi) in giro per l’Europa e per il mondo, uno che va a braccetto con le banche e i grandi capitali.
Praticamente è un Mario Monti sotto steroidi. Forse, però, è ancora più organico al sistema in cui si è sempre mosso.
Lo ripeto: sicuramente è un’eccellenza, nel suo campo, non ci piove.
Il problema è che io non credo che uno messo lì da Mattarella per spendere i soldi del recovery fund “come vuole l’UE” possa, al tempo stesso, essere vicino ai più poveri, agli ultimi.
Perché c’ho sto viziaccio brutto di credere che è molto difficile che gli interessi delle banche e dei grandi capitali possano coincidere con quelli della signora Adele che vive nel paesino in provincia di Campobasso, che campa con la pensione minima e ha il problema di non avere neanche una struttura ospedaliera vicina.
Non a caso, Draghi è amatissimo da Renzi, Forza Italia, Giorgetti, larga parte del PD e via dicendo.
E allora mi viene da chiedere a voi, amici che vi sentite “di sinistra”: secondo voi è normale che, oggi, voi vi stiate esaltando per l’arrivo di un banchiere tecnocrate?
Fino a ieri dipingevate un avvocato democristiano che aveva firmato tutte le porcate di Salvini ministro dell’interno come se fosse un campione della sinistra e oggi siate qui a stendere i tappeti rossi a un banchiere. Secondo voi è normale?
Lo ripeto per la terza volta, perché voglio che sia chiaro: non sto sindacando sulle capacità di Draghi, che sono di sicuro molto elevate.
Il problema è capire a chi torneranno utili quelle capacità.
Perché, per quanto mi riguarda, è molto difficile che una cosa che fa gli interessi dei grandi gruppi bancari e finanziari faccia anche gli interessi di quello che campa col reddito di cittadinanza.
E io, essendo di sinistra, mi preoccupo prima di lui, che degli altri.
Poi, oh, magari sono io che sono rimasto indietro, e oggi la sinistra è quella che finanzia i lager in Libia, che firma i decreti sicurezza, che si preoccupa per le banche e che ritiene che un tecnocrate possa essere il nuovo Che Guevara pronto da stampare sulle magliette.
E non è una questione di “massimalismo”, eh, non sto dicendo che dobbiamo per forza passare per la rivoluzione del proletariato e la confisca dei mezzi di produzione.
Ma da quello a vedere gente che si ritiene “di sinistra” che si esalta per Draghi ci passa un oceano.
Un oceano, davvero.
Forse dovreste smetterla, di definirvi così.
Se non altro per rispetto di chi ha creduto, in passato, che si potesse vivere in un mondo diverso. (Emiliano Rubbiani)
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