venerdì 1 maggio 2015

Che fare?...oggi su Prima Pagina di Modena

Il Primo Maggio è un giorno di festa, un giorno dove gli operai "indossano così come facevano i nostri nonni, il vestito buono anche se non dimenticano i problemi e le difficoltà". 
I dati Istat sulla disoccupazione nel mese di febbraio sono negativi. Presto per giudicare l’efficacia del Jobs act. Un conto sono le cessazioni di rapporti di lavoro, un altro i neoassunti dalle aziende. In attesa di capirne di più, bene che il Governo eviti comunicati trionfalistici.
Che fare?
L'Italia è stata a lungo un laboratorio politico, in qualche modo all'avanguardia nella rivolta contro i poteri forti come il fascismo delle origini, coi braccianti di Ferrara e i reduci della grande guerra decisi a non tornare sotto le burocrazie torinesi, massoniche, parassitarie e incapaci. 
Ora non più. 
Perché la "sinistra" dei miliardari speculatori parassiti ha dalla sua la "sinistra" degli asserviti, dai piccoli statali ai pensionati paleocomunisti ipnotizzati dai simboli estinti: la bandiera rossa, i braccianti siciliani… 
Questo popolino statale dovrebbe riuscire a capire che oggi, a celebrare il primo maggio come festa loro, sono i latifondisti, i neo-latifondisti che risucchiano le casse dei tributi, che ci impongono prelievi del 65%, che ci portano immigrati pieni di figli a pesare sul nostro sistema sanitario clientelare e che non basta nemmeno per noi: i neo-latifondisti sono loro, e il loro latifondo è il denaro pubblico. 
Loro sono i non-produttivi ricchi, loro si sono sottratti alla concorrenza globale, in cui hanno spinto noi. 
Solo quando la sinistra popolare capirà questo, sarà possibile liberarci dagli sfruttatori. 

3 commenti:

  1. Bèla! Volevo scusarmi di non scrivere più niente ma mi sa che ti ho fatto un piacere invece.
    È più bello leggere le parole dell'autore invece delle mie
    Bèla

    RispondiElimina
  2. Bèla! Volevo scusarmi di non scrivere più niente ma mi sa che ti ho fatto un piacere invece.
    È più bello leggere le parole dell'autore invece delle mie
    Bèla

    RispondiElimina
  3. Vai tra', carissimo Christian: francamente ho sentito molto la tua mancanza. Giuro che d'ora in poi scriverò meno. Molto meno. Ti abbraccio.

    RispondiElimina